Evoluzione scolastica

Prima che i colori sbiadiscano del tutto, mi sono deciso ad acquisire sul computer (vi prego non dite scannerizzare o soprattutto scansire che sono orrendi!!) le foto di classe in mio possesso. Le prime cominciano ad essere abbastanza vecchiotte e solo grazie all’ausilio di un valido programma di fotoritocco sono riuscito a recuperarle del tutto.
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Iniziamo con le prime due. Probabilmente correva l’anno 1980 e stavo all’asilo (foto a sinistra). Nel mio bel grembiulino bianco già si cominciavano a vedere i primi segni di porcellagine che si sono ulteriormente sviluppati in prima elementare. Guardando queste foto, ho avuto difficoltà a ricordare i nomi e i cognomi di alcuni ex compagni di cui purtroppo non ricordo più nulla. Chissà che fine hanno fatto. Poi sono passato senza intoppi anche in seconda e terza elementare (o alimentare?) Ah, dimenticavo. La scuola è quella che ho di fronte casa che all’epoca chiamavamo semplicemente “del casaletto” perchè si affaccia su via del casaletto. Ma se non erro negli anni prese il nome di Raffaello Sanzio.
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Mentre in seconda avevo un aspetto simil beota in terza si nota un nuovo taglio di capelli che dona un certo fascino da playboy (maddeché), fascino che per fortuna si è mantenuto nel tempo, al contrario dei capelli che sono andati altrove…
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In quarta torna l’aspetto mongolfiera simil-beota e proprio per questo motivo il fotografo (che era sempre lo stesso) decide di mettermi in disparte. Da questo nasce il mio shock che traspare nello sguardo assunto nella foto…Siamo nell’annata 84/85 e già all’epoca noto una larghezza di spalle non indifferente.
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Infine passai in prima media e da lì in poi, fino in quinto liceo, nessuno volle più immortalarmi a scuola, per la gioia di chi è costretto a vedere queste orrende foto. La scuola era sempre (e lo è tuttora) nelle vicinanze di casa. E’ la G. Morandi di via d’Avarna. Quella che tutti rimanevano stupiti pensando fosse intitolata a Gianni Morandi e non a Giorgio… Un giorno, con un po’ di calma, chercherò di parlare seriamente dei miei compagni e dei ricordi che ho di loro.

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